Cosa succede-davvero-all’ udienza di separazione?

Sono in molti a chiedersi, non senza un certo timore, che cosa accada veramente all’interno dell’aula durante un’ udienza di separazione consensuale.

In verità non c’è nulla da temere, perché -se il vostro avvocato matrimonialista ha ben lavorato nel predisporre il ricorso- la partecipazione all’udienza si riduce a una (sia pur indispensabile) formalità.

Solitamente i tribunali predispongono delle aule apposite (o almeno degli orari separati) in cui ascoltare i coniugi che si separano e nella stanza, in cui sono già presenti il giudice e il suo assistente, entrano solo i soggetti interessati da quel singolo procedimento (e i loro avvocati). Non c’è insomma la calca che purtroppo caratterizza normalmente le udienze di un processo civile.

In astratto la procedura prevede che il giudice ascolti prima l’uno e poi l’altro coniuge separatamente, per capire se persista la volontà di separarsi; poi dovrebbe procedere a un tentativo di conciliazione tra le parti.

Come è facile intuire, la loro effettiva volontà i coniugi la manifestano già solo col fatto stesso di essere comparsi quel giorno in tribunale; sicché assai spesso si omette questo inutile passaggio formale, con notevole vantaggio per i tempi di discussione, ed entrambi i coniugi insieme con il loro avvocato (o coi loro avvocati, nel caso ognuno dei due si sia fatto assistere separatamente) entrano insieme nell’aula di udienza.  

Se il vostro avvocato matrimonialista ha ben lavorato nel predisporre il ricorso, la partecipazione all’udienza si riduce a una (sia pur indispensabile) formalità.

Verificata l’identità delle persone comparse, il giudice (“il Presidente”) dà lettura delle condizioni a suo tempo fissate nel ricorso di separazione come riprodotte anche nel verbale di quella mattina.

[Teoricamente il verbale dovrebbe essere stilato in udienza; nella pratica, assai spesso è il vostro avvocato a predisporlo prima che si entri in aula, abbreviando così a vostro vantaggio i tempi dell’udienza, nella quale se tutto è a posto si dovranno soltanto effettuare piccole correzioni o integrazioni al testo già pronto.]

Il giudice sottopone alle parti e ai loro difensori le eventuali modifiche all’accordo che ritenga opportune, dopodiché trattiene il fascicolo per ‘riferire al collegio’.

Il provvedimento che interessa i coniugi (la cd. ‘omologa’ della separazione) non sarà infatti pronunciato quella mattina, ma qualche settimana dopo (a Roma ad es. passano in media 20/30 giorni dalla comparizione); e sarà emesso da un Tribunale composto da tre giudici (compreso quello che aveva ascoltato i coniugi quella mattina).

Depositato il provvedimento, passeranno ancora circa due mesi prima che gl’interessati ne possano avere materialmente in mano una copia; il nostro studio quando possibile evita ai propri clienti una ulteriore gita dall’avvocato, provvedendo a trasmettere direttamente copia della separazione per posta elettronica.

———

Stai pensando di separarti? Clicca qui.

Hai già deciso di separarti?
Contàttaci ora (dal sito, via mail o chiamando 0656320610).

 

 

L’immagine è del Center for Jewish History, NYC

 

 

 

 

L’errore peggiore? Rimandare una decisione.

A essere indecisi sul da farsi -e a rimandare una scelta personale o lavorativa- sono spesso i nostri assistiti; e ciò anche quando in cuor loro sanno bene quale sia la via da prendere.
Anche noi avvocati del resto, nella nostra vita oltre il lavoro, commettiamo spesso lo stesso errore.
Rinviare una decisione importante è comodo, nell’immediato. Ma assai dannoso, in prospettiva.
E il tempo è in assoluto il nostro bene più prezioso, come suggeriva Seneca in questa indimenticabile lettera che v’invitiamo a leggere (e che noi non ci stanchiamo di rileggere).

422px-Seneca2[1]IL TEMPO; USARLO, PERCHÉ AD OGNI ISTANTE SI MUORE.

(Seneca, Lettere Morali a Lucilio, Libro Primo, 1)

 Seneca saluta il suo Lucilio.

1. Fai così, o mio Lucilio: renditi padrone di te stesso e il tempo che finora ti era portato via con la forza o sottratto con la frode o che ti sfuggiva di mano raccoglilo e conservalo. Persuaditi, succede proprio come ti scrivo: certi momenti ci sono tolti con brutalità, altri presi subdolamente, altri ancora si disperdono. Però lo spreco più vergognoso è quello provocato dall’incuria. E se avrai la compiacenza di prestare attenzione, bada: la maggior parte della vita se ne va mentre operiamo malamente, una porzione notevole mentre non facciamo nulla, tutta quanta la vita mentre siamo occupati in cose che non ci riguardano.

2. Mi indicherai un uomo che attribuisca un valore effettivo al tempo, che sappia soppesare ogni giornata, che si renda conto di morire ogni giorno? Sbagliamo, infatti, in questo: che ravvisiamo la morte innanzi a noi; ebbene: una gran parte della morte appartiene già al passato. Tutto ciò che della nostra esistenza è dietro di noi, la morte lo tiene saldamente. Fai dunque, o mio Lucilio, quel che mi scrivi che fai: tienti strette tutte le tue ore, così avverrà che dipenderai meno dal domani. Mentre si differiscono gli impegni, la vita ci passa davanti.

3. Tutto, o Lucilio, è al di fuori dell’uomo: solo il tempo è nostro; di quest’unico bene lubrico e fugace la natura ci ha affidato il possesso e ne può escludere chi vuole. E poi, osserva come è grande la follia dei mortali: tollerano che siano loro rinfacciati come un debito, quando li abbiano ottenuti, i doni più insignificanti, di pochissimo valore e comunque rimpiazzabili; nessuno, invece, si considera debitore di qualcosa, se ha ricevuto un po’ di tempo; eppure questo è l’unico bene che nemmeno una persona riconoscente può restituire.

4. Forse chiederai che cosa faccio io che ti impartisco tali insegnamenti. Lo confesserò candidamente: proprio quello che succede a un uomo amante del lusso, ma scrupoloso: tengo alla perfezione il registro delle spese. Non ho il diritto di affermare che non sperpero nemmeno un poco di tempo, ma dirò quanto ne perdo e perché e in che modo; così renderò ragione della mia povertà. Del resto, mi capita ciò che succede alla maggior parte delle persone in miseria per colpa loro: tutti sono comprensivi, nessuno, però, viene ad aiutarle.

5. E allora? Non considero un poveraccio chi si accontenta di quel poco – non importa quanto – che gli è rimasto. Preferisco tuttavia che tu tenga in serbo le tue risorse e comincerai a farlo nel momento opportuno.

Infatti, come giustamente vedevano i nostri vecchi, è troppo tardi risparmiare quando si è giunti in fondo al vaso, perché ciò che rimane è davvero poca cosa e, per giunta, la peggiore.

 

Stammi bene.

 

 

 

 

 

 

Pausa estiva…

 1016589_10200917217804637_668165371_n[1]Anche quest’anno, senza aver quasi avuto il tempo di rendercene conto, ci ritroviamo alle soglie della pausa estiva.
Come certo saprete i tribunali -grazie a una legge che ormai ha più di quarant’anni- riducono al minimo la loro attività (salvo insopprimibili urgenze)  nel periodo 1/8-15/9; ed è un bene per tutti, in primis… per gli assistiti.

Per noi quella da settembre 2012 a oggi è stata una stagione ricca di soddisfazioni ma anche assai impegnativa, piena di cambiamenti e di nuove sfide. Arriviamo dunque a fine luglio stanchi ma soddisfatti, e sicuri di poter fare ancora meglio alla ripresa delle consuete fatiche.

Vi ricordiamo che resta sempre attivo il canale delle prenotazioni degli appuntamenti via internet; chi è interessato a un appuntamento per una consulenza (ad esempio per una separazione) può senz’altro scriverci una mail di richiesta, lasciando i suoi recapiti.
Richiameremo gl’interessati a fine agosto, per fissare gli appuntamenti seguendo l’ordine di arrivo delle mail.

La nostra attività riprenderà appieno dal 2 settembre. Nel frattempo… buona estate!

Le due strade per la separazione (infografica)

Ciao a tutti, stavolta proponiamo una veloce ‘infografica’ che sintetizza le due strade possibili per la separazione dei coniugi.
A chi legge poi… l’arduo compito di formarsi un giudizio su quale sia (potendo scegliere) la strada da preferire. 😉

[cliccate sull’immagine per ingrandirla]

easelly_visual(1)

Stai pensando di separarti? Clicca qui.

Hai già deciso di separarti?
Contàttaci ora (dal sito, via mail o chiamando 0656320610).

 

Una guida semplice per imposte e tasse… gratis.

Stavolta vi segnalo l’esistenza di una guida -a quel che sento in giro non troppo conosciuta- che spiega in modo semplice e abbastanza completo (anche con esempi e illustrazioni) come funziona il sistema italiano delle tante imposte e tasse che ci… circondano, comprese le modalità per porre rimedio agli eventuali errori, per fare ricorso (o trovare un accordo) etc.

E’ l’Annuario del contribuente (il nome per la verità l’avrei scelto un poco più ‘amichevole’).

Ed è gratuito.

Lo pubblica ogni anno l’Agenzia delle Entrate, nei loro uffici si trova (si dovrebbe trovare) anche stampato, ma il consiglio è di scaricarlo online QUI , anche perché la versione online viene aggiornata, se necessario, anche nel corso dello stesso anno (quella attuale è aggiornata al 28/3/12).

 

Esiste anche una vera e propria rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi; anche qui, molte le guide e gli articoli interessanti.

Buona lettura!

 

 

TEMPO DI CRISI? ATTENTI ALLE FALSE SEPARAZIONI.

 

Chi si occupa professionalmente di diritto di famiglia prima o poi si trova di fronte clienti che ‘hanno bisogno di una separazione’.

Non sono persone con un rapporto coniugale in crisi, ma coppie (la richiesta è infatti congiunta) che intendono separarsi fittiziamente, formalmente, al solo fine di ottenere in modo distorto dei benefici (magari solo un miglior punteggio nelle graduatorie per gli asili pubblici o simili) o evitarsi dei danni (come l’aggressione dei propri beni da parte dei creditori).

L’attuale periodo di profonda crisi, il crescere della pressione fiscale (si pensi solo all’IMU) e la stagnazione economica non fanno che incoraggiare la ricerca di soluzioni di questo tipo.

Personalmente però non amo e non incoraggio questo tipo di richieste, sempre ammesso che siano esplicitate: spesso si tace, al massimo… si ammicca.

Innanzitutto ritengo che sia moralmente -prima ancora che giuridicamente- scorretto avvantaggiarsi in questo modo rispetto a chi invece ha reali (o comunque più gravi) situazioni di disagio; né va dimenticato che l’uso improprio delle tutele di legge finisce per vanificarle e renderle in sostanza inutili per tutti.

 Ma c’è anche un motivo ‘tecnico’ che mi spinge a consigliare la massima cautela nell’avventurarsi su simili sentieri.

Generalmente infatti chi si vuole separare per tali fini non presta la minima attenzione a quel che viene scritto nel ricorso; gl’interessa il risultato (indiretto) per cui chiede di separarsi, mentre spesso non legge nemmeno il contenuto delle condizioni… che egli stesso sta chiedendo di applicare.

Ancora peggio, a volte l’interessato recupera, magari da chissà quale angolo d’internet, un fac-simile che completa e stampa per conto suo, senza avere il minimo supporto tecnico-giuridico.

Nel far ciò si dimentica (o meglio s’ignora) che la legge -e il tribunale che la applica- non prevedono separazioni ‘finte’; anzi, se il giudice che ascolta i coniugi dovesse percepire l’inesistenza della crisi della coppia, non potrebbe far altro che rigettare il ricorso.

Dunque una separazione omologata (=approvata) dal tribunale è una separazione vera e propria, a ogni effetto di legge.

 E può essere azionata dall’interessato.

Perciò se uno dei due coniugi ha in cuor suo l’intenzione di separarsi davvero, ottenuta la separazione ‘finta’ (ma per la legge verissima) non dovrà far altro che pretenderne (con le buone o con le cattive) l’attuazione ed esecuzione, potendo ad es. pretendere che l’altro esca dalla casa coniugale, versi l’assegno pattuito etc.

A parti invertite, il coniuge economicamente a carico (esempio classico: la moglie casalinga) potrebbe ritrovarsi ad aver firmato un accordo per cui ‘ognuno dei coniugi provvede da sè

al proprio mantenimento’; in pratica, pur non avendo reddito non avrà diritto a un assegno mensile (e queste sono condizioni che non si possono cambiare -nemmeno in tribunale- se non cambia la situazione economica dei coniugi).

Se pensate che sia un’ipotesi remota, vi sbagliate di grosso.

Ho avuto personalmente a che fare con persone che, separatesi per evitare l’aggressione dei creditori dell’altro coniuge, sono poi venute in studio sospirando per dire che tutto sommato il loro matrimonio tanto bene non andava e dunque quella separazione, teoricamente solo di carta, sarebbe stata azionata e applicata davvero.

Contro una simile eventualità non ci sono rimedi legali di facile attuazione.

Dunque in tali casi son dolori, per il coniuge svantaggiato e fors’anche per l’avvocato che gli ha fatto sottoscrivere con eccessiva disinvoltura un ricorso ‘precotto’.

E allora l’unica strada possibile per un avvocato serio (e per i coniugi che non vogliano rischiare di rovinarsi con le loro stesse mani) ritengo sia quella di predisporre e sottoscrivere sempre e comunque un “vero” ricorso per separazione, tagliato sul caso concreto e rispettoso delle condizioni reali della coppia.

Tra l’altro, questo avrà l’ulteriore importante effetto di far ben riflettere assai meglio marito e moglie -e sotto diversi profili.

Se questo alla fine per l’avvocato vorrà dire curare una separazione in meno… poco male.

—–

Stai pensando di separarti? Clicca qui.

Hai già deciso di separarti?
Contàttaci ora (dal sito, via mail o chiamando 0656320610).

 

 

[L’immagine è di 401K (CC)]

 

Anche nel 2012… siamo avvocati convenzionati Family Card!

Come forse ricorderete, già in precedenza, per venire incontro a  chi vive situazioni economicamente difficili, avevamo con piacere aderito alla convenzione proposta dalla Provincia di Roma.

 

La situazione generale del Paese, a voler essere ottimisti… non è migliorata.

 

 

E allora ci è sembrato doveroso, in risposta alla richiesta della Provincia di Roma,  rinnovare senz’altro la convenzione a suo tempo stipulata e dunque continuare a offrire condizioni di favore ai titolari di Family Card.

 

[Se anche non dovesse servirvi per risparmiare qualcosa sulle spese legali, vi consiglio di dare un’occhiata a tutte le altre attività che aderiscono all’iniziativa; c’è davvero la possibilità di risparmiare praticamente in tutto ciò che una famiglia (volente o nolente) si trova a spendere.]

CHI PUO’ RICHIEDERLA?

La FAMILY CARD (anche nel 2012) è UNA TESSERA GRATUITA riservata alle famiglie residenti nel territorio della Provincia di Roma composte da:

  • uno/due genitori e due figli con reddito familiare annuale fino a € 40.000;
  • uno/due genitori e tre figli con reddito familiare annuale fino a €  50.000; dopo il terzo figlio, per ogni figlio in più, il tetto di reddito annuale familiare aumenta di € 5.000.
  • persone ultra 65enni con reddito annuale fino a € 15.000;
  • persone non autosufficienti a carico del nucleo familiare con reddito fino a € 50.000.

Ogni tessera è nominativa, per essere utilizzata va esibita assieme ad un documento di riconoscimento ed è valida fino al 31 dicembre.

Se volete saperne di più sulla card potete scaricare il depliant ufficiale e visitare la http://www.provincia.roma.it/news/family-card-sconti-e-agevolazioni-le-famiglie, dove si spiega anche come richiederla.

L’elenco completo delle attività che hanno aderito alla convenzione potete trovarlo QUI (ci sono anche supermercati, farmacie, librerie etc.).

The Free Dictionary: v intr aderire 1 combaciare unirsi essere strettamente unito ***I pezzi aderiscono perfettamente.

10 TRUCCHI FONDAMENTALI PER RIDURRE AL MASSIMO IL COSTO DELL’AVVOCATO

L’assistenza di un buon avvocato, inutile nasconderselo, costa (anche se già in precedenza vi avevamo segnalato l’esistenza di tre modi per non pagare l’avvocato).

Con alcuni accorgimenti, che oggi intendiamo suggerirvi, potrete comunque contenere per quel che è possibile tale costo; e (incredibilmente) nel seguirli otterrete anche l’effetto di tutelarvi al meglio e di ottimizzare il rapporto col vostro avvocato.


Leggi tutto “10 TRUCCHI FONDAMENTALI PER RIDURRE AL MASSIMO IL COSTO DELL’AVVOCATO”

Quello che non vi dicono della mediazione… (2)

Per sviluppare meglio il pensiero (non solo mio, ma anche degli altri avvocati del nostro network)  contrario alla mediazione obbligatoria, vi riporto il dialogo avuto con (e le garbate obiezioni di) un mio buon amico riguardo al mio precedente post sulla mediazione.

Vero, ma questo [quello della lettera aperta, ndr] è il punto di vista degli avvocati … che dal nuovo sistema hanno qualcosa da perdere …

In realtà non credo che gli avvocati abbiano da perdere dalla mediazione, teoricamente anzi potrebbero guadagnare di più, dovendo assistere la parte anche nella fase (prodromica…) della mediazione. Purtroppo il cliente finirà per farne le spese comunque (in tutto o in parte).

Sì, ma sarebbero esclusi dal “giudizio” vero e proprio, se non vado errato…

Diciamo che non è prevista, nella fase di mediazione, l’assistenza obbligatoria dell’avvocato.
Diciamo però anche che andare a trattare le proprie richieste senza l’aiuto di un avvocato sarebbe sostanzialmente suicida (ben ne sa qualcosa chi si è azzardato a far causa da solo davanti al Giudice di Pace).

Sul piano teorico la mediazione dovrebbe in realtà rappresentare un risparmio netto di costi e tempi, magari con minori garanzie di un “giudizio” equilibrato. Il problema, Gioacchino, è che ormai i tempi del giudizio civile, come sai molto meglio di me, sono insostenibili, e se la causa dura 10 anni siamo di fronte a una vera e propria denegata giusitizia! Non è tutta colpa degli avvocati, ovviamente, ma gli avvocati hanno messo del loro … .E comunque non mi piacciono le riserve di esclusiva che stanno cercando di ritagliarsi nell’ambito del d.d.l. di riforma dell’ordinamento forense…

Proprio la lentezza del giudizio civile è il peggior ostacolo alla buona riuscita dell’istituto.
Chi “chiuderà subito” senza andare in causa quasi sicuramente potrà farlo solo rinunciando a buona parte (40%? 50%?) delle sue pretese anche fondate. La controparte infatti non avrà nessun interesse ad es. ad anticipare un pagamento che sa dovuto, se in mancanza di accordo potrà contare su almeno cinque anni di tempo prima di esser costretta a pagare anche un solo euro…

Non dimentichiamo poi che:

  • la normativa non offre la minima garanzia di contraddittorio (per un contenzioso su Roma posso benissimo venir convocato davanti a un organismo di mediazione di Trento, o di Palermo etc);
  • ci sono situazioni non mediabili;
  • i mediatori non hanno alcuna esperienza nè offrono alcuna garanzia di qualità sul piano del diritto.

Quanto alle esclusive che periodicamente si cerca d’inserire in favore degli avvocati… quelle non solo non ci piacciono… c’indignano davvero (chi le propone pensa di essere ancora nel ‘600?); inoltre appaiono contrarie ai principi basilari del diritto comunitario.
🙁